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Settimana mondiale sull'uso consapevole degli antibiotici

Aggiornamento: 24 nov 2022





Cenni storici

Nel 1895, il dott. Vincenzo Tiberio, ufficiale medico del Corpo della Regia Marina Militare Italiana, notò e descrisse l’azione battericida di alcune muffe. Trentatré anni dopo, il medico e farmacologo scozzese Alexander Fleming, durante una ricerca, si imbattè in un fungo, il Penicillium Notatum e scoprì casualmente la prima sostanza antibiotica. Il 1941 fu l'anno del primo utilizzo di un farmaco antibiotico su un essere umano. Già nel 1952 venne isolato il primo ceppo di batteri multiresistenti agli antibiotici. Oggi un batterio su tre resiste agli antibiotici, risultando inefficace.



Oggi

Dalla cronistoria alla nostra storia:Dottore! Ho male alla gola! Mi serve un antibiotico!

Questo perché non tutti sanno che otto volte su dieci le infezioni delle alte vie respiratorie sono causate da virus e non da batteri e che gli antibiotici in questi otto casi non sono efficaci e possono solo causare vari effetti collaterali come nausea, reazioni cutanee, alterazione della flora intestinale e diarrea. Come tutti i farmaci, gli antibiotici devono essere utilizzati con appropriatezza, ovvero seguendo le indicazioni del medico e del farmacista in termini di dose e durata della terapia.

Purtroppo, da quel 1952 ad oggi, il fenomeno dell' antibiotico-resistenza ha assunto proporzioni allarmanti, tanto che nel mondo si contano ogni anno diversi milioni di morti ad esso correlate ad anche nel nostro Paese, il numero dei decessi per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici è tre volte superiore a quello delle vittime degli incidenti stradali. È pertanto importante prendere consapevolezza che un uso eccessivo e non corretto di farmaci antibiotici favorisce l'insorgenza di ceppi resistenti e multiresistenti che possono rendere una comune infezione sempre più difficile da curare, su noi stessi e sulle altre persone, provocando allungamento del normale decorso, necessità di terapie invasive, ricovero e, nei soggetti più deboli, serio pericolo di morte.

Ogni disturbo è caratterizzato da una propria intensità e durata. Il mal di gola circa una settimana. Il raffreddore 10 giorni, l'influenza 15. La tosse

secca? Fino a 3 settimane. In ogni caso, l'assunzione di un antibiotico, se non appropriato, non è in grado di ridurre il decorso della malattia. Al contrario, l'impiego di altri farmaci, per esempio antinfiammatori, e di altre sostanze come vitamine, amminoacidi e sali minerali può essere utile per alleviare i sintomi, recuperare le forze e alimentare le difese immunitarie.

Tutto un po' più chiaro? Se così non fosse, la soluzione sta nel nome. Antibiotico, dal greco “ antibiosis", letteralmente “ contro la vita “. Si, ma dei batteri, non la nostra.

Dott. Giacomo Bianco


Fonti: aifa.gov.it ; grip-initiative.org




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